Sapore di Sacher
Science Busters: il cabaret scientifico Made in Austria
In Austria scienza e cabaret sono un connubio consolidato
di Ana Daldon
Quando si parla di divulgazione scientifica in Italia, molti pensano subito a un racconto rigoroso e didattico, come quello dei celebri programmi di Piero e Alberto Angela. Per altri, invece, la scienza si racconta oggi attraverso podcast, video sui social o performance teatrali che esplorano linguaggi nuovi e più vicini al pubblico. Martin Parr, fotografo noto per il suo stile ironico, dice che "si può imparare di più sul Paese in cui si vive da un comico che da una conferenza di un sociologo". E se applicassimo questo concetto al mondo scientifico?
Immaginate allora uno show in stile Zelig, Colorado o Made in Sud, con luci accese e scienziati che non solo spiegano le leggi dell’universo, ma lo fanno tra battute e ironia. In Austria, tutto questo non è un'eccezione, ma una vera e propria tradizione. Gli Science Busters hanno trovato il perfetto equilibrio tra scienza e cabaret, creando uno spettacolo che mescola curiosità scientifica e risate, e che abbraccia un pubblico vasto e variegato.
Fondata nel 2007, questa compagnia di scienziati-performer ha un obiettivo chiaro: rendere accessibili e appassionanti concetti scientifici complessi, tipici della genetica, della biologia e della fisica. I loro spettacoli uniscono rigore e leggerezza, trasformando temi come il cambiamento climatico o la teoria della relatività in vere e proprie avventure scientifiche, piene di risate ma sempre scientificamente accurate.
Quello che fanno rientra perfettamente in ciò che viene definito "edutainment", un termine nato dalla fusione delle parole inglesi education (istruzione) ed entertainment (intrattenimento). È una modalità di divulgazione che combina sapere e divertimento, stimolando la curiosità e coinvolgendo attivamente il pubblico, con un impatto formativo che può durare nel tempo.
Tra i protagonisti di questa scena c'è Martin Moder, biologo e comico, noto per la sua capacità di spiegare la scienza con ironia e intelligenza. Sul palco, si muove con la sicurezza di un performer navigato, usando battute fulminanti e metafore efficaci — come quella in cui paragona la genetica a una festa dove solo alcuni portano la torta — per rendere comprensibili anche i concetti più ostici. Con il suo libro Genpoolparty, ha smontato i miti più diffusi sulla genetica, portando chiarezza dove spesso regna la confusione.
Ma Moder non è solo! Con lui, nei Science Busters, ci sono altri brillanti scienziati e scienziate che, tra battute, sketch e racconti fuori dagli schemi, rendono ogni spettacolo un’esperienza memorabile — anche quando si tratta di idee più articolate. Prendono, ad esempio, lo slogan “There is no Planet B” e lo trasformano in un gioco di parole… spaziale. In astronomia, infatti, i pianeti extrasolari vengono identificati con le lettere dell’alfabeto, a partire dalla “B”, assegnata al primo pianeta scoperto attorno a una stella. Ogni nuovo esopianeta riceve la lettera successiva. Ma — ci ricordano, ahinoi — nessuno di questi mondi è davvero un “Pianeta B” nel senso in cui lo immaginiamo: un’alternativa alla Terra.
Qual è il segreto dei Science Busters? La loro capacità di combinare scienza e umorismo in modo che il pubblico non solo si diverta, ma impari qualcosa di nuovo e rimanga curioso. In Austria, questo approccio ha avuto un successo straordinario, trasformando la scienza in una materia che non solo intrattiene, ma ispira anche un amore profondo per la conoscenza.
Nei Science Busters, le storie si sviluppano spesso in un dialogo divertente tra il cabarettista Martin Puntigam, che interpreta il profano, e l’esperto scientifico che risponde con spiegazioni chiare e brillanti. Puntigam pone domande curiose e scettiche, sfidando l’esperto a spiegare in modo semplice miti, teorie e osservazioni quotidiane. Così, il pubblico — sia in sala che a casa — assiste a una vera e propria "battaglia" tra scienza e senso comune, dove la spontaneità del dialogo viene sostituita dal divertimento del cabaret.
E in Italia? L’approccio comico alla scienza c’è, eccome. Negli ultimi anni ha trovato nuove forme e volti originali. Barbascura X, ad esempio, è ormai una presenza fissa nella scena della divulgazione ironica: il suo stile irriverente, anche talvolta ai limiti della provocazione, conquista sia dal vivo che online. Su Instagram, ad esempio, sono 769mila quelli che lo seguono. Anche divulgatrici come Quantum Girl stanno ridefinendo il modo in cui si parla di scienza online, sfruttando le dinamiche digitali per costruire connessioni forti con il pubblico. Con i suoi 364mila follower su IG, porta avanti anche un impegno chiaro: combattere il gender gap nelle STEM, rendendo la scienza più inclusiva.
E, giusto per arrivare a tre tra i tantissimi esistenti, un ulteriore esempio è un progetto recente di vero e proprio cabaret scientifico in ambito matematico: il C4bar3t M4t3m4tico, ideato nel 2022 dal collettivo Dopolavoro Matematico. Partendo dalla vita quotidiana, gli sketch mirano a scardinare l’idea che la matematica sia qualcosa di astratto e lontano dalla realtà di tutti i giorni.
Ciò che in Italia ancora non è detectato, almeno per ora, è un vero e proprio formato di cabaret scientifico strutturato, come quello dei Science Busters, capace di trasformare l’edutainment comico in una tradizione stabile e riconosciuta a livello nazionale, sia a teatro che in TV, che online.
Oggi, arrivare al grande pubblico, come faceva Piero Angela, è una sfida diversa. Il linguaggio è cambiato, i canali di comunicazione si sono moltiplicati e l’attenzione dello spettatore-user è nuova. Oltretutto, diversi format vivono bene anche raggiungendo target più piccoli. Una cosa resta pressoché invariata: l’umorismo ha un potere enorme. Se ben usato, può rendere la scienza più accessibile, coinvolgente e perfino più amata. Non importa se a cabaret, su TikTok o in tv.
I Science Busters sono un bell'esempio di ciò: si può parlare di temi complessi con precisione e rigore, ma con quella leggerezza intelligente che li rende comprensibili a tutti. E se ti trovi in Austria — o sei semplicemente curioso di scoprire come lavorano — non perderti i loro spettacoli o le apparizioni in TV e online. Hanno un programma su ORF Science Busters – Wer nichts weiß, muss alles glauben (“Chi non sa, deve credere a tutto”), contenuti per bambini con Science Busters for Kids, e portano il loro umorismo scientifico anche in radio, su FM4. In Germania collaborano con il canale televisivo 3SAT. E naturalmente sono presenti anche sui social: Instagram (con 38mila follower), un sito web, Facebook, YouTube, e perfino su X, l’ex Twitter. I loro libri? Li trovi facilmente: in libreria, in biblioteca o sugli store online.
Chissà, magari un giorno anche in Italia il cabaret scientifico sarà di casa… magari in seconda serata. Sempre che la TV non abbia già ceduto del tutto le chiavi, lasciando il salotto al web — o che non si torni esclusivamente a quello che la Gen Z, i primi veri nativi digitali, chiama con l’acronimo IRL: in real life.